Intellect, thought and self-knowledge. The Structure of Self-consciousness in Plotinus (V 3)
DOI:
https://doi.org/10.17421/1121_2179_1999_08_01_VigoAbstract
Il presente lavoro espone e interpreta l’originale concezione dell’autocoscienza elaborata da Plotino nell’Enneadi (V, 3). Il filo conduttore dell’interpretazione è dato dalla sistematica distinzione tra le forme dirette della riflessione autocosciente e quelle mediate. Rispetto alla concezione platonica che, come evidenziato da Wieland, si muove esclusivamente sulla base di strutture mediate o indirette dell’autocoscienza, la posizione di Plotino presenta uno schema più complesso teso a sviluppare una concezione unitaria tanto delle forme mediate dell’autocoscienza quanto di quelle dirette. A partire da una comprensione produttiva del concetto aristotelico di noésis noésos, il noûs si configura in Plotino come quella forma di riflessività autocosciente pura che fornisce il fondamento ultimo alle forme dell’autocoscienza che, per così dire, vi sottostanno. Nel noûs Plotino individua una forma di riflessività autocosciente nella quale il soggetto può, per la prima volta, riferirsi a se stesso nella modalità della intentio recta, ma ciò solo nella misura in cui rinuncia alla propria individualità per stabilire un contatto con la sfera dell’Intelletto trascendente sopra-individuale.