Persona y ateísmo. Los aportes de la antropología fenomenológica de Edith Stein
DOI:
https://doi.org/10.19272/202400701009Parole chiave:
Persona, Ateismo, Antropologia, Fenomenologia, DioAbstract
L’obiettivo di questo articolo è mostrare il rapporto tra antropologia e ateismo nell’opera di Edith Stein. Seguendo il modello della struttura della persona umana, secondo cui essa è costituita da un corpo materiale (Körper), un corpo vivente (Leib), una psiche (Psyche) e uno spirito (Geist) (che è anche la base dell’antropologia filosofica di Max Scheler), la Stein introduce l’anima (Seele) come centro e nucleo della persona. Secondo la struttura dell’anima e il posto dell’io personale in essa, il nucleo della persona è la sede della vita affettiva, il luogo in cui la persona sente i valori e da cui si comprende la sua individualità personale. La parte più profonda dell’anima, quella che Stein chiama “anima dell'anima” (Seele der Seele) è la dimora di Dio e il fondamento dell’individualità. Dio abita nel centro più intimo dell’anima personale. Quali sono le implicazioni per la persona umana della negazione dell’anima e della negazione di Dio? Dove porta l’ateismo? In questo articolo mostriamo le implicazioni antropologiche dell’ateismo, che includono la solitudine, l’abbandono e la lacerazione interiore della persona umana, e mostriamo che negando Dio, la persona nega una parte fondamentale della propria esistenza.